Da duemila anni ebrei italiani

Apre a Ferrara il Meis, Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah

L'allestimento del fregio dell'arco di Tito nel Meis. Foto © Marco Caselli Nirmal
Stefano Luppi |  | Ferrara

La casa che accoglie e racconta la storia della bimillenaria presenza ebraica in Italia, il Meis, Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah, apre al pubblico il 14 dicembre, a quattordici anni dalla legge istitutiva che nel 2003 recepì un’intuizione di Alain Elkann e Vittorio Sgarbi.

Per la sede, di cui è ora disponibile una prima porzione di 1.200 metri quadrati circa (saranno 10mila entro il 2020, alla conclusione dei lavori), è stato individuato l’ex carcere ferrarese costruito a inizio Novecento, dove durante il fascismo fu detenuto anche lo scrittore Giorgio Bassani. L’edificio è collocato nella città emiliana che già al tempo dei duchi d’Este aprì le porte a ebrei romani, siciliani, toscani, sefarditi espulsi da Spagna e Portogallo.

Il Meis, dallo scorso anno diretto dalla diplomatica e giornalista Simonetta Della Seta, da sei anni è un cantiere da 47 milioni di euro
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