Una proposta: i musei diventino fondazioni

I venti superdirettori si sono incontrati per la prima volta

I venti «superdirettori» (più quello di Pompei) riuniti da Franceschini: pare un’allegra rimpatriata, ma è stata la prima volta in assoluto
Edek Osser |  | Roma

Quello del 13 novembre scorso a Roma è stato il primo incontro pubblico del ministro Dario Franceschini con i venti direttori dei maggiori musei italiani vincitori del concorso internazionale del 2014: un evento poco «scientifico», forse, e molto mediatico. La Sala Ottagona delle terme di Diocleziano, l’ex Planetario di Roma, ha accolto tanti dirigenti del Mibact e giornalisti di stampa e tv.

I venti direttori (più Massimo Osanna, direttore di Pompei; assente il direttore del Colosseo, non ancora nominato in attesa degli esiti del bando internazionale, che pure è inserito in tutti i prospetti relativi ai visitatori; cfr. tabelle in questa pagina) hanno stentato a condensare i loro due anni di attività nei 6-8 minuti assegnati a ciascuno, aiutandosi con la proiezione di dati e immagini che ciascuno aveva preparato secondo uno schema deciso dal Ministero: risultati raggiunti, problemi irrisolti,
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