L’atlante sommerso

Simone Pellegrini a Sarzana da Cardelli & Fontana

«Andante causato» (2017) di Simone Pellegrini
Franco Fanelli |  | Sarzana (Sp)

Lacerti di un misterioso, ibrido codice, in cui sembrano confluire iconografie, stili e memorie di civiltà transepocali, dal Medioevo europeo alla scultura maya, sino alla miniatura moghul, ipotizza il critico Pietro Gaglianò, compongono il mondo di cui Simone Pellegrini si è fatto interprete e cartografo, iconografo e visionario trascrittore. Li si vede, dal 24 marzo al 5 maggio, da Cardelli & Fontana.

Pellegrini (Ancona, 1972, vive a Bologna) da anni si dedica all’evocazione di quell’universo senza tempo, in grandi carte istoriate, tatuate, miniate con immagini che rimandano ai riti della fertilità, della ciclicità di una natura che prende forma in nuovi ideogrammi o, come li definisce l’autore «dinamogrammi». Questo infinito atlante, ma anche, guardando ad Aby Warburg, nuovo «Schema di una geografia personale» si manifesta, a un tempo, come «cartografia culturale» (ancora Gaglianò),
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