Turner da Bramante

Acquerelli e dipinti dalla Tate

Joseph Mallord William Turner (1775-1851), «The Arch of Constantine, Rome», 1835 ca, Londra, Tate Britain
Francesca Romana Morelli |  | Roma

In epoca romantica la pittura di paesaggio diventa importante, perché la rappresentazione della natura permette infinite metafore di un peculiare stato d’animo o una condizione spirituale del pittore. Per tutta la vita Joseph Mallord William Turner (1775-1851) cercò di trasferire la sostanza energetica della vita nella sua pittura, portando la sua persona a compiere esperienze talvolta estreme per capirne a fondo gli effetti. La sua opera diventa una sorta di «evento», aprendo così un varco importante per la strada maestra verso certe vicende novecentesche.

Il Chiostro del Bramante, in collaborazione con la Tate Britain di Londra, ospita la mostra «Turner. Opere della Tate», che fino al 26 agosto accoglie 92 opere tra acquerelli, spesso mescolati con altre tecniche, disegni e una decina di dipinti (nella foto, «The Arch of Constantine, Rome», 1835 ca), in parte del lascito di Turner al museo
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Francesca Romana Morelli