Parigi, la Fiac non è solo una fiera

«L'arc de Saint-Gilles» di Huang yong Ping, galleria Kamel Mennour. Foto di Luana De Micco
Luana De Micco |

Parigi. Non dite più solo Fiac. Ormai tra specialisti, appassionati e parigini si parla di «Fiac week». La Fiera internazionale d’arte contemporanea che si è chiusa ieri supera infatti ormai di gran lunga le porte del Grand Palais e investe tutta la città.
Per il secondo anno consecutivo la Cité de la Mode ha accolto la Fiac bis battezzata «Officielle», con 69 gallerie. In questo mese l’offerta dei musei esplode con il Grand Palais che accoglie «Picasso.mania», il Musée d’art moderne che rende omaggio a Warhol e il Musée d’Orsay che «riapre le case chiuse» con la mostra «Splendori e miserie. Immagini di prostituzione». Per non parlare del percorso di mostre off «Musées en Seine» che, nei giorni della Fiac, segue il corso del fiume da un capo all’altro della città, dalla Maison de la Radio alla Bibliothèque Nationale.

La 42ma edizione, con 173 gallerie (di cui 10 italiane), ha
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© Riproduzione riservata Pietre et Gilles, «Just for You», 2015 Kader Attia, «Culture, a Natural Repaired», 2014, Galerie Nagel Draxler Coming soon, The Last Evil 2, 2015, Tianzhuo Chen, Long March Space. Pechino. Foto di Luana De Micco La Fiac 2015. Foto di Luana De Micco
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