Il catalogo ragionato: vizi e virtù

Il catalogo ragionato di Giulio Paolini
Raffaella Roddolo |

Torino. Il catalogo ragionato di un artista (da un po’ di anni è invalso l’uso di «ragionato», più attendibile della un po’ troppo presuntuosa dicitura «generale») è impresa lunga e irta di ostacoli. Tanto che all’estero è nata, nel 1994, la Catalogue Raisonné Scholars Association (Crsa), mirata proprio ad assistere gli studiosi e tutti coloro che a vario titolo (mecenati, collezionisti, mercanti d’arte, giuristi, software designer) lavorano ai cataloghi ragionati di artisti. L’obiettivo per tutti è quello di stilare una lista affidabile di opere autentiche con tanto di cronologia e storia (che include la provenienza, la bibliografia e la storia espositiva). Con fini più vasti, ma in parte sovrapponibili, è sorta a fine 2014 l’Associazione Italiana Archivi d’Artista (Aitart) che promuove comportamenti virtuosi e qualificati nell’istituzione e conduzione di archivi d’artista,
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