Di metafisiche ce ne sono tre

Carlo Carrà, «Penelope», 1917, collezione privata
Ada Masoero |

Ferrara. Sono trascorsi cento anni da quando, entrata in guerra l’Italia nel 1915, Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio dovettero lasciare Parigi, dove stavano conoscendo i primi successi, e rientrare in patria. arruolati nell’esercito, furono distaccati a Ferrara e fu qui che, grazie all’incontro con Filippo de Pisis e poi con Carlo Carrà, ricoverato nel 1917 nell’ospedale psichiatrico militare Villa del Seminario, e ai contatti con Giuseppe Raimondi e Giorgio Morandi nella vicina Bologna, prese forma la Metafisica come movimento artistico strutturato. In realtà essa aveva visto la luce anni prima, nei dipinti stranianti realizzati da de Chirico sin dalla fine del 1909 tra Milano e Firenze, e dalla metà del 1911 a Parigi, ma la fama di queste opere era rimasta circoscritta. Ecco perché i manuali di storia dell’arte sono soliti datare (un po’ superficialmente, a ben vedere)
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© Riproduzione riservata Giorgio de Chirico, «Interno metafisico (con grande officina)», fine 1916. Olio su tela, cm 96,3 x 73,8 Stoccarda, Staatsgalerie Giorgio de Chirico, «Il linguaggio del bambino», 1916. Olio su tela, cm 41,3 x 28  New York, Pierre and Tana Matisse Foundation Collection
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