Il primo Gombrich: Giulio Romano, Palazzo Te e l'invidia degli dèi

La copertina del volume
Luca Scarlini |

Torna in libreria, opportunamente, a distanza di oltre quindici anni dalla prima edizione, il notevole studio di Ernst Gombrich sull’opera di Giulio Romano, opera prima dello storico austriaco e poi inglese di adozione. Allievo di Julius von Schlosser, egli arriva a Mantova negli anni Trenta per l’intuizione di studiare un tema allora poco frequentato: se vi sia una architettura manierista e chi ne siano stati i protagonisti. Cresciuto nella Vienna della Secessione, in cui l’oro e i mosaici volevano ridefinire una visione della realtà, Gombrich si interroga, autorevolmente, sulla figura dell’artista domandandosi come un artefice possa «suscitare l’invidia degli dèi» per la visionarietà della sua creazione, in un momento storico di grave crisi che l’autore vede rispecchiato in modo preciso nel presente.

I due testi (usciti in rivista nel 1934 e nel 1935), rispecchiano di fatto il lavoro
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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