Un fascio di neutroni svela i segreti della tomba di Kha nel Museo Egizio di Torino

Con il sistema Imat si analizzano reperti archeologici e antichi violini

Valentina Turina, del Museo Egizio di Torino e Matilde Borla, della Soprintendenza Archeologia Piemonte, sistemano un vaso egizio sullo strumento Imat. Credit: STFC
Tina Lepri |

Roma. Scienziati italiani stanno utilizzando i neutroni per indagare dettagli nascosti e finora sconosciuti sia nel corredo funebre della tomba di Kha, risalente alla XVIII dinastia e conservata al Museo Egizio di Torino, sia per analizzare i violini di Stradivari.

Alla base delle indagini, comunicano gli scienziati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), c’è l’Imat, ossia lo strumento che per la prima volta permette di produrre una immagine «virtuale» tridimensionale dei reperti utilizzando una nuova tecnologia a tomografia di neutroni. Imat è stato presentato da Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di scienze fisiche e tecnologie della materia del Cnr e da Robert McGreevy, direttore della sorgente di Neutroni ad Isis dello Science and Technology Facilities Council (Stfc).

La collaborazione tra il Cnr e l’omologo inglese Stfc per l’uso della sorgente di neutroni e muoni a più alta
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