La visione di Klein

Una rassegna al Palazzo della Ragione di Milano copre l'intero arco della carriera del fotografo newyorkese

William Klein, Gub 1, 1955, dipinto 1999, dalla sezione «Contatti dipinti»
Chiara Coronelli |

Milano. «Compra un obiettivo diverso, un grandangolo, e lo prova subito, fuori dal negozio. Le prime immagini di New York nascono così, da un cambio di lente e di prospettiva». Così Alessandra Mauro, curatrice di «William Klein. Il mondo a modo suo», la mostra da poco inaugurata al Palazzo della Ragione di Milano (fino all'11 settembre), condensa uno snodo fondamentale della visione di Klein, sempre in anticipo sui tempi, e destinata a raggiungere generazioni di fotografi.
Pittore scrittore grafico e cineasta, oltre che fotografo, nato a New York nel 1928 da una famiglia di ebrei ungheresi, William Klein nella sua lunga carriera passa attraverso una molteplicità di linguaggi artistici senza mai venir meno a «una sincerità di sentimenti, come suggerisce David Campany nel testo pubblicato nel catalogo Contrasto GAmm Giunti, che non consegue ritirandosi dal mondo per raggiungere la fredda distanza, ma
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© Riproduzione riservata William Klein, Custode, Cinecittà, Roma 1956: uno scatto della sezione «Roma» William Klein all'inaugurazione della sua mostra a Palazzo della Ragione a Milano William Klein, Stazione ferroviaria di Kiev, Mosca 1959: uno scatto della sezione «Mosca» «Quattro teste, Giorno del Ringraziamento, Broadway and 33rd, New York 1954: uno scatto della sezione «New York» William Klein, Le Petit Magot, 11 novembre, Parigi 1968: uno scatto della sezione «Parigi» Una delle prime opere di William Klein: «Diamanti in movimento», 1953, nella sezione «Astrazioni», William Klein fotografa i fotografi all'inaugurazione della sua mostra milanese. Foto di Chiara Coronelli William Klein, Locandina cinematografica, Tokyo, 1961: uno scatto della sezione «Tokyo»
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