Il concorso dei 500: un inestricabile pasticcio

Un restauratore all'opera
Edek Osser |

Roma. Un contrasto non più sotterraneo divide il Ministero dei Beni culturali (Mibact) da quello dell’Istruzione e dell’Università (Miur) sul famoso «concorso dei 500». Lo scontro avviene su alcuni punti del bando di concorso che prevede l’assunzione di 500 nuovi tecnici per coprire in parte gli esangui organici del Mibact.
Già minato da una serie di ricorsi al Tar promossi da varie categorie di candidati, il bando ha i suoi punti più deboli nei requisiti previsti per la partecipazione e la valutazione dei punteggi dei restauratori. Tra i 500, sono infatti 80 i restauratori che entreranno nei ranghi del Mibact: una serie di incongruenze, forzature e veri e propri errori nel bando, hanno creato un groviglio inestricabile e paradossale. Alcuni requisiti sono in palese contrasto con la legge, in particolare con il Codice dei Beni culturali del 2004. Tra questi vi era quello, introdotto su consiglio
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