Riaperto il Museo e Parco archeologico della Sibaritide. Nel 2013 era stato sommerso dal fango

Il sito allagato dall'esondazione del fiume Crati
Silvia Mazza |

Cassano allo Ionio (Cosenza). L’11 febbraio è stato inaugurato il Museo e Parco Archeologico della Sibaritide a quattro anni dall’esondazione del Crati, che aveva inghiottito sotto oltre 250mila metri cubi di acqua, fango e detriti, uno dei più importanti parchi archeologici dell’Italia meridionale e tra i più vasti in Europa (500 ettari).

Sette gli interventi finanziati con i 18 milioni del Poin Attrattori culturali, naturali e turismo Fesr 2007–2013, per il recupero e la valorizzazione dell’area. Indirizzati a una migliore manutenzione degli scavi, un controllo rigoroso dell’area archeologica e una necessaria salvaguardia da eventi alluvionali, non soltanto in casi eccezionali come quello del 18 gennaio 2013.

Tra gli interventi immediati lo sfangamento e la ripulitura, che hanno restituito le aree danneggiate dall’alluvione, mentre la realizzazione di trincee drenanti dovrebbe consentire,
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© Riproduzione riservata Il Parco Archeologico della Sibaritide dopo gli interventi Il sito di Sibari ora riaperto Il Parco Archeologico della Sibaritide dopo gli interventi Il Parco Archeologico prima degli interventi
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