Ritorno a San Nilo

Riaperto dopo vent'anni il museo dell'abbazia greca di Grottaferrata

Stele funeraria con giovane intento nella lettura, marmo. Bottega della Ionia (Asia Minore), 410-390 a.C.
Federico Castelli Gattinara |

Grottaferrata (Rm). A pochi chilometri da Roma, nel cuore dei Castelli Romani, sorge quella che papa Leone XIII non esitò a definire «una gemma orientale incastonata nella tiara pontificia». Il monastero esarchico di Santa Maria di Grottaferrata, più noto come abbazia greca di San Nilo, venne fondato nel 1004 da un gruppo di monaci greci in arrivo dall’Italia meridionale, allora bizantina, guidati dal basiliano Nilo di Rossano. Il museo annesso al complesso, dal 2015 in cura al Polo museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli (come altre importantissime abbazie del territorio: Subiaco, Cassino, Trisulti, Fossanova, Casamari), l'8 aprile ha finalmente riaperto dopo vent’anni esatti di chiusura.

La raccolta, fondata già nel 1894, conserva opere trovate, donate o commissionate dai monaci in oltre dieci secoli di storia: dai reperti greci e romani perlopiù provenienti dagli scavi di catacombe vicine
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