Paolo Pellegrin, la coscienza del testimone

Il fotografo romano espone in anteprima a Bard un suo lavoro del 2015 sulle migrazioni

Una fotografia di Paolo Pellegrin esposta nella mostra «Frontiers» al Forte di Bard
Chiara Coronelli |

Bard (Aosta). Concepita site specific per le sale dell’Opera Ferdinando, parte del nuovo Museo inaugurato lo scorso 30 aprile al Forte di Bard, la mostra «Paolo Pellegrin. Frontiers» (prodotta in collaborazione con Magnum Photos, e visitabile fino al 26 novembre) presenta qui in anteprima mondiale il lavoro che il fotoreporter ha realizzato nel 2015 documentando i flussi migratori che da oriente si spingono verso l’Europa. Il suo obiettivo inquadra i profughi durante la traversata del Mediterraneo, gli sbarchi, e poi la vita nei centri di accoglienza, in immagini scattate per la maggior parte sull’isola di Lesbo dove secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sono approdati più di 500mila rifugiati, degli 850mila arrivati in Grecia in quell’anno.
Nato a Roma nel 1964, e membro effettivo di Magnum dal 2005, pubblica da sempre sulle maggiori testate internazionali,
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