Approvata, tra aspre polemiche, la legge che cambia le norme sull'esportazione dei beni culturali

Un'«Italia capovolta» di Luciano Fabro (1936-2007)
Tina Lepri |

Roma. Il 2 agosto è stata approvata in via definitiva, con voto di fiducia al Senato, la legge sul «mercato e la concorrenza» che in due articoli prevede anche «la semplificazione della circolazione internazionale dei beni culturali».
Due le modifiche principali al Codice dei Beni culturali del 2004: primo, possono essere liberamente esportate e vendute opere d’arte create fino a 70 anni prima, purché il loro autore non sia più vivente (finora il limite era di 50 anni). La legge si riferisce ad opere d’arte contemporanea (da Burri a Fontana, Capogrossi, Morandi, De Chirico, Giò Ponti ecc.) in proprietà privata e non vincolate.
Seconda modifica sostanziale: per snellire le procedure si potrà sempre esportare oggetti d’arte di qualunque epoca purché il loro valore (stabilito da una autocertificazione del venditore) non superi i 13.500 euro. Naturalmente lo Stato potrà sempre intervenire se si
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