La Biennale è dei visitatori

L'editoriale del presidente Paolo Baratta per «Il Giornale dell'Arte»

Da sinistra, Paolo Baratta e Ralph Rugoff
Paolo Baratta |  | Venezia

Si è chiusa la Mostra curata da Christine Macel e abbiamo annunciato il curatore della prossima: Ralph Rugoff. Com’è noto l’edizione appena chiusa ha registrato un balzo in avanti nel numero dei visitatori (+23%, più di 615mila). Non siamo qui per inchinarci ai successi numerici né per assuefarci all’idea stessa del «successo». Non sono infatti questi i parametri principali di un’istituzione culturale che deve trovare in altre finalità le ragioni del suo esistere e del suo impegno.

Mi pare però opportuno trarre qualche considerazione. Innanzitutto ricordo che La Biennale nulla spende in campagne pubblicitarie (solo qualche striscione addobba i ponti di Venezia) né mai sollecita la partecipazione dei Paesi. Se i Paesi partecipanti aumentano e i visitatori anche, è indice di un’accresciuta fiducia nell’istituzione. È praticamente assente poi ogni connessione con il flusso di turisti che
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