L’ombra della pittura

Le radicali sperimentazioni con il plexiglas di Marco Gastini

Marco Gastini «Dall'aria» 2005, tecnica mista su plexigas
Ada Masoero |  | Milano

Alla fine degli anni Sessanta Marco Gastini (1938) abbandonava l’Informale e avviava le sue radicali sperimentazioni pittoriche. Della pittura dichiarava di non poter fare a meno ma i mezzi di cui si serviva, coerentemente con lo spirito del tempo, erano del tutto irrituali: di volta in volta usava lo spray su tela oppure i colori ad alta percentuale di metallo su vetro e tubi al neon o, ancora, gettava macchie di piombo e antimonio fusi sulla parete o si serviva del plexiglas come supporto per la pittura.

Quelli realizzati allora, nel periodo «analitico», restano i suoi plexiglas più noti ma Gastini, che non smise mai di subire il fascino di quel materiale diafano, capace di scomparire agli occhi dell’osservatore per evidenziare il solo segno pittorico (o i graffi con cui lo solcava, visibili solo grazie alle loro ombre), avrebbe continuato a servirsene anche nei due decenni successivi.

Nella mostra
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