Bagarini digitali all’attacco

I musei si difendono da siti «fake» che vendono biglietti a prezzi maggiorati

Il nuovo logo degli Uffizi proiettato sulla facciata. Foto © Ansa
Giusi Diana |

Bagarini digitali all’attacco dei più importanti musei italiani. Il fenomeno è noto da tempo, anche grazie alla battaglia condotta da Eike Schmidt, il direttore del più visitato dei nostri musei, gli Uffizi, che ha messo in campo una serie di iniziative anti secondary ticketing. Una su tutte: il nuovo sito ufficiale del museo fiorentino con il logo in bianco e nero (cfr. lo scorso numero, p. 28), un marchio registrato tutelato legalmente, estremamente riconoscibile e difficile da imitare da parte di chi prova a spacciarsi per il sito ufficiale degli Uffizi proponendo prezzi maggiorati.

Perché ciò che accade agli ignari visitatori (soprattutto stranieri) che cercano di acquistare online i biglietti per alcuni musei italiani è una vera e propria gara a ostacoli, con siti fake, offerte trappola e inganni nascosti nella magica formula del «salta coda». Effettuando la ricerca «Uffizi biglietti
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