Come disegnava la Scuola Romana
Da Simone Aleandri un centinaio di fogli, con molti inediti
Roma. Nell’aprile 1935, Massimo Bontempelli nel presentare la personale del venticinquenne Corrado Cagli, che con cinquanta disegni inaugurava la Galleria della Cometa, scriveva: «(…) Avvertiamo con grande raccapriccio d’essere arrivati allo sfasciamento estremo, e tutti cercano di crearsi una condizione di nudità e di ricominciamento (il solo mezzo di non morire è ricominciare dal niente), potrebbe darsi che per qualche tempo i veri ricreatori della pittura non abbiano a far altro che disegnare, e sforzarsi di avere nel disegno (…) un mezzo perfettamente atto a esaurire tutta la necessità costruttiva e poetica».
In questa fase storica dell’Italia in cui gli artisti si confrontano con una condizione politica e sociale sempre più feroce, cresce il loro interesse per il disegno, strumento ideale per registrare, quasi come un sismografo, la coscienza di una realtà, che non è più possibile
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