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La performer Dora García al Reina Sofía

Dora García, «Two planets (dos planetas)», 2017, performance e disegno © Dora García, fotografia di Clémence Bellisson e Isabelle Arthuis
Bianca Bozzeda |  | Madrid

Dal 18 aprile al 3 settembre, il Museo Reina Sofía presenta l’esposizione «Segunda vez» (Seconda volta) dedicata a Dora García. Il titolo della mostra cita l’omonimo racconto di Julio Cortázar, nel quale lo scrittore argentino affronta il tema della perdita, riferendosi ai «desaparecidos» e all’esperienza personale della scomparsa del padre. Composta da cinque video e da una selezione di testi e disegni, la mostra include un’installazione sonora realizzata in collaborazione con il compositore di musica elettronica Jan Mech: ispirata al racconto di Franz Kafka «Il cruccio di un padre di famiglia», l’opera è un omaggio alla figura di Odradek, il misterioso protagonista che diventa metafora dell’artista inteso come antieroe.

Nata a Valladolid nel 1965 ma formatasi tra Amsterdam e Bruxelles, la García ricorre alla performance per indagare il comportamento del pubblico, che viene
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