Santomaso armonico veneziano

Nico Stringa cura il catalogo ragionato del pittore che conquistò Peggy Guggenheim

Giuseppe Santomaso mostra a Peggy Guggenheim «Vita segreta» (1958) a Ca’ Venier  dei Leoni nel 1962. Foto: Stefan Moses
Cristina Valota |

Libero e informale nella pittura, ma rigorosissimo nella documentazione della sua cospicua produzione: così era Giuseppe Santomaso (Venezia, 1907-90), la cui opera è ora confluita nel Catalogo ragionato curato da Nico Stringa e pubblicato da Allemandi. Oltre 1.200 i titoli, a completare e aggiornare sino alle ultime opere una catalogazione scandita dalle diverse tappe compiute dall’artista, ben presto entrato nell’orbita di Peggy Guggenheim e capace di attrarre l’interesse dei collezionisti americani rivaleggiando con gli Espressionisti astratti.

Come altri artisti della sua generazione, Santomaso attraversò nel dopoguerra il dibattito tra figurazione e astrazione, guardando in gioventù al Cubismo, sino all’apertura aniconica e materica: tra i suoi compagni di strada, nel gruppo degli Otto sostenuto da Lionello Venturi, Emilio Vedova, Morlotti, Birolli, Corpora, Moreni e Turcato. Si rinnovava
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