Dalle rivolte il Beaubourg delle banlieue

Il Mac Val. Foto Pauline Turmel
Luana De Micco |  | Vitry-sur-Seine

L’integrazione è una delle missioni del Mac Val, il museo d’arte contemporanea del Val-de-Marne che ha aperto le porte nel 2005 alla periferia sud di Parigi, a una decina di chilometri dal Centre Pompidou. Il 2005 è un anno che non si dimentica. Fu segnato infatti dai «moti delle banlieue», tre settimane di rivolte, con auto incendiate e guerriglia urbana, in quei quartieri ghetto dove vivono tante famiglie di prima, seconda o terza generazione di immigrati dalle ex colonie francesi, e dove l’emancipazione sociale resta ancora oggi un’utopia.

Il Mac Val è nato subito dopo quei fatti, e dopo vent’anni di incubazione del progetto, su iniziativa del suo visionario ex presidente, Michel Germa, morto nel 2007, con lo scopo di rendere l’arte accessibile a chi non è abituato a visitare i musei. Il «Beaubourg delle banlieue» accoglie ogni anno 80mila visitatori, soprattutto residenti nel
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