Il genio di Ruskin

A Palazzo Ducale 100 opere dell’artista e critico inglese innamorato dell’Italia

John Ruskin, «Ca’ d’Oro» 1845. Matita, acquerello, tempera su carta grigia. Ruskin Foundation (Ruskin Library, Lancaster University), Lancaster
Veronica Rodenigo |  | Venezia

Difficile trasporre in 10 sale per altrettante sezioni il «genio versatile» di John Ruskin (Londra, 1819 - Coniston, Lancashire, 1900) e l’interdisciplinarità dei suoi studi che spaziarono tra arte, architettura, letteratura, restauro, politica, economia e botanica. Tracciarne un ritratto esaustivo sarebbe risultato, scrive in catalogo Anna Ottani Cavina, tentante ma dispersivo. La curatrice, con l’ausilio della scenografia di Pier Luigi Pizzi, sceglie così di «puntare sulla vocazione» di colui che venne definito il critico più influente d’Europa «a tradurre in immagine ogni realtà» attraverso l’utilizzo di molteplici tecniche: penna, bulino, acquarello, olio, senza tralasciare l’uso del dagherrotipo.

Allestita sino al 10 giugno nell’appartamento del Doge di Palazzo Ducale, uno dei luoghi più amati e studiati da Ruskin, la mostra ne restituisce lo spirito e la sensibilità, la
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