A San Miniato al Monte Michelozzo riciclò la mensa

Le celebrazioni del millenario della basilica fiorentina sono state precedute dagli interventi sulle tre porte della facciata e sul magnifico ciborio

Il ciborio di Michelozzo in San Miniato al Monte a Firenze dopo il restauro
Laura Lombardi |  | Firenze

Ricorre quest’anno il millenario della basilica di San Miniato al Monte, le cui origini risalgono all’epoca delle persecuzioni dell’imperatore Decio (250 d.C.) e che prende il nome dal cristiano armeno che lì andò incontro al martirio. Menzionata da Carlo Magno nel 783, la chiesa assume importanza proprio nell’XI secolo, quando il vescovo di Firenze Ildebrando ne avvia la ricostruzione che si protrae per due secoli.

La facciata è uno dei più significativi esempi del romanico fiorentino; l’aquila in bronzo che tiene con gli artigli un torsello (più panni tenuti assieme da un laccio) in campo rosso è lo stemma della potentissima Arte della Calimala (1180-1770), la corporazione che dal XIII secolo ebbe il patronato sulla chiesa.

Attigui alla basilica il palazzo dei Vescovi, poi divenuto convento, concesso dal 1373 ai monaci olivetani e il Cimitero delle Porte Sante, edificato tra il 1837 e il
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