Bouquiniste adieu?

I librai ambulanti sul Lungosenna rischiano di scomparire. E chiedono aiuto all'Unesco

La «bottega» di un bouquiniste sul Lungosenna a Parigi
Luana De Micco |  | Parigi

Le «scatole verdi» piene di libri, affiche e cartoline d’epoca, fissate al muretto del Lungosenna, sono uno dei simboli di Parigi. Ma il mestiere del bouquiniste (da bouquin, che vuol dire libro in linguaggio familiare) è a rischio, minacciato dai tanti souvenir e portachiavi a forma di Tour Eiffel che alcuni librai sono talvolta obbligati a vendere ai turisti per poter sostenere i propri affari e continuare a esistere.

Per salvare il loro mestiere i circa 200 librai «a cielo aperto» del Lungosenna confidano nell’Unesco. L’idea di fare domanda per l’iscrizione alla lista del patrimonio immateriale dell’agenzia Onu è di Jérôme Callais, presidente dell’associazione culturale dei bouquiniste di Parigi, che fa questo lavoro da 27 anni e ha visto il degrado.

Di fatto le rive della Senna sono già patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1991. Si tratterebbe ora di proteggere un savoir faire
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