Christo tra arte e business: «Mi autofinanzio per restare libero»

Veduta aerea del progetto «The Floating Piers» sul Lago d'Iseo, con a a destra la penisola di Montecolino, febbraio 2016. Foto di Wolfgang Volz
Flavia Foradini |

Sulzano (Bs). Christo non ne fa alcun mistero: lui, nato e cresciuto nella Bulgaria comunista d'oltrecortina, da quando passò all'Ovest scappando a Vienna nel 1957 («proprio come i migranti di oggi», ci tiene a sottolineare), ha sposato il capitalismo, riuscendo a creare a poco a poco una potente macchina artistica che finora ha concepito, realizzato e pagato di tasca propria 22 giganteschi progetti in varie parti del mondo, finanziati grazie alla vendita dei lavori preparatori: schizzi, disegni, collage, litografie, modelli, che passano di mano con prezzi fino al milione di euro.

Il motore economico dietro alle opere di Christo e Jeanne-Claude (scomparsa nel 2009) è da oltre trent'anni la C.V.J. Corporation: «È l'acronimo di Christo Vladimirov Javacheff, cioè il mio vero nome» ci dice al margine dell'inaugurazione della mostra al Museo Santa Giulia di Brescia («Christo and Jeanne-Claude. Water
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© Riproduzione riservata A Montecolino, sul Lago d'Iseo, ottobre 2015: Christo testa i pontili galleggianti, divertito dal movimento delle onde del lago. Foto di Wolfgang Volz
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