Winckelmann capitolino

118 opere celebrano i 300 anni della nascita e i 250 della morte

Hubert Robert, Piazza del  Campidoglio, 1762, inv. D 64 Collection Musée de Valence, art et archéologie © Musée de Valence, photo Philippe Petiot
Federico Castelli Gattinara |  | Roma

Roma. A trecento anni dalla nascita (e a duecentocinquanta dalla morte) i Musei Capitolini, nelle due sedi di Palazzo Caffarelli e Palazzo Nuovo, ricordano la figura straordinaria di Johann Joachim Winckelmann (Stendal, 1717 - Trieste, 1768), colui che mandò «a gambe all’aria gli studi dei miserabili antiquariorum romani» (sue parole) e che con la sua Storia delle arti del disegno presso gli antichi del 1764 fondò di fatto la moderna archeologia.

La mostra «Il tesoro di antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento» (catalogo Gangemi), aperta dal 7 dicembre al 22 aprile e a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, si inserisce nel più ampio contesto delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani, con un duplice obiettivo: raccontare gli anni che nel dicembre del
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