«San Giorgio e il drago» di Vittore Carpaccio, Venezia, Oratorio della Scuola Dalmata di San Giorgio degli Schiavoni

Image

«San Giorgio e il drago» di Vittore Carpaccio, Venezia, Oratorio della Scuola Dalmata di San Giorgio degli Schiavoni

I veri colori di Carpaccio

In tempo per la mostra di Palazzo Ducale, Save Venice ha restaurato, dopo le Storie di Sant’Orsola, il ciclo di San Giorgio degli Schiavoni

Enrico Tantucci

Leggi i suoi articoli

La mostra di Vittore Carpaccio in corso in Palazzo Ducale, seconda tappa dopo che il più grande pittore narrativo del Rinascimento veneziano è stato presentato alla National Gallery di Washington dal 20 novembre 2022 allo scorso 12 febbraio, ha consentito anche un’importante operazione di recupero finanziata da Save Venice, il Comitato privato statunitense per la salvaguardia di Venezia. Si conclude infatti in coincidenza con la tappa veneziana la campagna di restauri dei nove teleri superstiti raffiguranti episodi della vita dei santi Giorgio, Girolamo e Trifone che sono conservati nell’Oratorio della Scuola Dalmata di San Giorgio degli Schiavoni.

Due di essi, «Sant’Agostino nel suo studio» e «San Giorgio e il drago» sono già stati esposti nella mostra di Washington. Il ciclo dedicato ai patroni della confraternita risale probabilmente al periodo compreso tra il 1501 e il 1512. Il numero complessivo delle tele è incerto poiché un inventario del 1557 elenca molti più dipinti di quelli attualmente alla Scuola. La loro stessa collocazione originaria non è chiara. La tonalità ambrata che offuscava la vibrante tavolozza cromatica di Carpaccio era dovuta all’alterazione di vernici e ridipinture di un precedente intervento degli anni Quaranta.

Anche due scene della vita di san Giorgio, tra cui appunto quella celeberrima con il drago, soffrivano per il distacco della superficie pittorica dal supporto della tela. Molti dei dipinti presentavano anche aree di sollevamento e sfaldamento della vernice, oltre a graffi e abrasioni. Il restauro eseguito ha invece restituito ai colori teneri la vividezza originaria. Le nove scene superstiti sono così ripartite: due dipinti raffiguranti episodi della vita di Cristo, tre della vita di san Girolamo, altri tre di quella di san Giorgio e uno della vita di san Trifone.

Un decimo dipinto, la pala della «Madonna col Bambino in trono», è stato attribuito a Vittore Carpaccio o al figlio Benedetto. I dipinti sembrano essere stati ispirati da una serie di fatti storici, tra cui le guerre turco-veneziane, a cui si riferiscono le storie di san Giorgio e Girolamo. Save Venice aveva già aveva restaurato un altro ciclo carpaccesco, quello con le Storie di Sant’Orsola, conservato nelle Gallerie dell’Accademia. La visita di entrambi rientra nel percorso diffuso della mostra in Palazzo Ducale.

«San Giorgio e il drago» di Vittore Carpaccio, Venezia, Oratorio della Scuola Dalmata di San Giorgio degli Schiavoni

Enrico Tantucci, 14 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Il Cda dell’azienda vorrebbe cederlo «a pacchetto» a un unico operatore immobiliare, assieme ad altre sedi di Milano, Firenze e Roma. Il MiC pronto a esercitare il diritto di prelazione, ma solo se l'edificio settecentesco, affrescato da Tiepolo, avrà una destinazione museale

Dopo numerosi interrogativi sulla sua datazione e autografia, il restauro dell’opera ha permesso di escludere l’intervento della bottega e riaffermare la mano del pittore veneto

1,6 milioni dal Provveditorato alle Opere pubbliche e 3,3 dal Ministero alla Cultura per restauri straordinari. Prosegue inoltre la manutenzione ordinaria da sempre a carico della Procuratoria

I progetti dei Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia puntano a una «città dell’innovazione» per creare un’alternativa alla monocoltura turistica imperante e trattenere i giovani in città

I veri colori di Carpaccio | Enrico Tantucci

I veri colori di Carpaccio | Enrico Tantucci