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Maria Lassnig all’Albertina nel centenario della nascita

«Kartoffelpresse (Schiacciapatate)», 1989, di Maria Lassnig. Vienna, Albertina, Collezione Batliner. © Maria Lassnig Privatstiftung
Flavia Foradini |  | Vienna

Maria Lassnig è certamente una delle artiste di punta dell’arte austriaca del Novecento. Benché nei sette decenni della sua carriera abbia affrontato temi svariati, dall’autoritratto ai rapporti interpersonali, dalla violenza alla guerra, dagli animali al mondo della tecnica e della fantascienza, fin dai primi anni del dopoguerra Lassnig ha fatto del corpo una costante del suo lavoro e della sua personale ricerca artistica, ponendosi così alla testa di sviluppi che sarebbero diventati cruciali nell’arte al femminile.

Ribelle, consapevole, battagliera, determinata, vicina alle istanze femministe, la sua rilevanza venne riconosciuta in patria solo a partire dagli anni ’80, quando a sessant’anni fece nuovamente di Vienna il centro della sua vita e una cattedra alla Hochschule für angewandte Kunst cominciò la sua consacrazione, poi suggellata dal Leone D’Oro alla carriera a Venezia nel 2013 e
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