In un'epigrafe di quattro metri la storia di un princeps pompeiano

Scoperto negli scavi di Pompei il monumento funebre di un munifico personaggio

Archeologi ripuliscono l'epigrafe nel monumento funebre che si presume di Alleio Nigidio Maio
Carlo Avvisati |

Pompei (Napoli). Con la sua epigrafe di quattro metri e sviluppata su sette righe, la più lunga mai rinvenuta a Pompei, il monumento funebre riemerso poco fuori Porta Stabia durante i lavori di ristrutturazione degli edifici demaniali, secondo Massimo Osanna, direttore generale del Parco Archeologico pompeiano, fa riscrivere un intero capitolo della storia della città distrutta dal Vesuvio nel 79 d.C.
L’iscrizione è una sorta di riassunto della vita di un pompeiano, presumibilmente Alleio Nigidio Maio, individuato attraverso il termine «princeps» riportato nell’epigrafe, un personaggio pubblico all’epoca famoso, amico di Nerone, che inizia con il dare informazioni sulla sua vita raccontando che quando raggiunse la maggiore età e prese la toga virile, diede un grande banchetto per i suoi concittadini, allestendo 456 triclinii nei quali i pompeiani poterono apprezzare la sua munificenza. Non pago,
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© Riproduzione riservata Particolare dell'epigrafe del monumento  funebre rinvenuto a Pompei Rilievo con scene di munera e venationes conservato al Mann di Napoli: si stima provenga dalla tomba di Alleio Nigidio Maio trovata a Pompei
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