In seduta spiritica con Hilma

Sulle rampe del Guggenheim prende forma la visione della «madre dell’astrazione»

Hilma af Klint «The Ten Largest No.7, Adulthood Group IV» (1907) particolare
Nancy Kenney |  | New York

Nel 1906, seguendo la chiamata di uno spirito evocato durante una seduta spiritica, l’artista svedese Hilma af Klint (1862-1944) ruppe con la tradizione accademica e iniziò a realizzare una serie di 193 quadri dai colori decisi che non assomigliavano ad alcuna realtà visibile. Li ultimò nel 1915 e in seguito scrisse del suo desiderio di vederli vivere in un tempio circolare, dove i visitatori avrebbero salito un sentiero a spirale contemplativo.

Dal 12 ottobre al 3 febbraio la visione dell’artista è realizzata in un’ambiziosa mostra allestita al Guggenheim Museum progettata da Frank Lloyd Wright, che mette alla prova e al tempo stesso arricchisce la narrativa degli inizi del museo, incoraggiando la riflessione sul fatto che i cosiddetti padri dell’astrazione hanno avuto una controparte femminile che poteva rivendicare un ruolo di pioniere.

L’incursione della af Klint nel non figurativo precede
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