A Istanbul il design empatico

La quinta edizione della Biennale Iksv

Un’opera di Basak Tuna. © Basak Tuna
Giuseppe Mancini |  | ISTANBUL

Anche a Istanbul il Covid-19 ha rivoluzionato l’organizzazione di mostre e festival. La quinta edizione della Biennale del design della Fondazione Iksv inizierà il 15 ottobre con una forma ibrida: sedi espositive tradizionali, sedi alternative in parchi e giardini, dirette web. Gli appuntamenti al chiuso termineranno il 15 novembre, mentre quelli online e open air proseguiranno fino al 2021 inoltrato.

La curatrice Mariana Pestana, architetto portoghese con esperienze al Victoria & Albert Museum di Londra, si è concentrata sul tema di quest’anno: «Empatia rivisitata: design per più di uno».

I partecipanti sono singoli e collettivi, variegati per provenienza territoriale e professionale: architetti, artisti, attivisti, designer, pensatori. L’empatia prende le forme dell’interconnessione e rappresenta i sentimenti collettivi e condivisi: il compito del design è di inglobare più prospettive, più dimensioni, più corpi.

Tavole apparecchiate, visori per la realtà virtuale e chat room vengono richiamati come strumenti di mediazione. Tre i filoni in cui sono raggruppati gli intervanti. «Show di cucina critica», solo online, presenta il cibo come scelta consapevole. «Biblioteca di terra e mare», presso l’Ark Kultur, propone progetti di ricerca sul Mediterraneo come quello di Aslihan Demirtas sugli orti e i frutteti di Istanbul e quello italo-turco-palestinese sulle strategie collettive di resistenza e solidarietà attraverso le sementi.

«Nuovi rituali civici», al Museo di Pera e in città, include infine, tra le altre iniziative, una piattaforma per la danza delle svedesi di Dansbana! (con musica diffusa tramite bluetooth) e il progetto del collettivo londinese Public Works (sulla disidratazione degli alimenti come pratica condivisa).

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