A onor del Piero

All'Ermitage la più grande mostra di sempre su Piero della Francesca: ha undici delle venti opere che si possono spostare

Cimasa del Polittico di sant’Antonio di Piero della Francesca, Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria
Hannah McGivern |  | San Pietroburgo

Giorgio Vasari, in Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori scritto nel 1550, si rammaricava del «davvero infelice» destino di Piero della Francesca (circa 1415/20-92), «defraudato dell’onor che si deve alle sue fatiche». Molti dei «bei dipinti» dell’artista del primo Rinascimento andarono distrutti nelle guerre di Urbino, nella ristrutturazione del Palazzo Ducale di Ferrara e nel rinnovamento (a opera di Raffaello) degli appartamenti papali in Roma. Tuttavia, la sua grande reputazione durò per svariati secoli.

Riscoperto a metà del XIX secolo da trendsetter britannici, poi da una successione di artisti moderni (Degas e Balthus si recarono entrambi in pellegrinaggio ad ammirare gli affreschi nella Basilica di San Francesco in Arezzo), Piero della Francesca sembra avere oggi avverato la convinzione del Vasari che il «tempo, il quale si dice padre della verità o tardi o per
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