Barcellona non vuole l’Ermitage

Sospesa l’apertura di una nuova sede del museo russo nella capitale catalana

L’edificio progettato dall’architetto giapponese Toyo Ito
Roberta Bosco |

Barcellona. «I progetti si devono adattare alla città e non la città ai progetti»: con queste parole il Comune di Barcellona sospende (per il momento) il progetto dell’apertura di una nuova sede del museo russo nella capitale catalana.

All’opposizione del settore artistico barcellonese, molto critico con il modello di franchising, si aggiungono i problemi di sicurezza originati dall’ubicazione dell’edificio progettato dall’architetto giapponese Toyo Ito all’entrata del porto.

Un rapporto elaborato dagli architetti Maria Rubert de Ventós e Alex Giménez dichiara che la posizione (di fatto un vicolo cieco) ostacola l’accesso dei servizi d’emergenza e la possibilità di una rapida evacuazione e sottolinea il pericolo d’inondazioni, considerate le mareggiate sempre più violente e la progressiva erosione della linea di costa.

Inoltre, si ricorda che nella zona adiacente al celebre Hotel Vela esiste già una sovrabbondanza di edifici, un’eccessiva pressione turistica e problemi di mobilità.

Il progetto è comunque solo parcheggiato e il Comune lascia ai promotori la possibilità di riformulare la proposta in un altro luogo della città, proponendo ubicazioni alternative per una nuova costruzione, ma suggerendo di riutilizzare edifici dismessi come quelli del Parc de la Ciutadela, del Teatre Principal della Rambla, del cinema Imax del Port Vell o del Poble Espanyol.

Approfittando della polemica, il sindaco di Madrid non ha perso l’occasione per offrire la candidatura della sua città ai responsabili del museo russo, con cui prevede di incontrarsi a breve. Da parte sua l’Ermitage ha assicurato di «non voler imporre niente a nessuno» e che il desiderio è solo «di condividere le nostre collezioni con il mondo».

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