Celebrità? Pas encore

Da Pinault spazio a giovani e prospettive nuove

© Pinault Collection
Camilla Bertoni |






Intanto a Palazzo Grassi continua con Youssef Nabil (Il Cairo, 1972) la serie delle monografiche dedicate agli artisti contemporanei (dal 22 marzo al 10 gennaio 2021). «Once Upon a Dream», c’era una volta un sogno, è la prima importante retrospettiva dell’artista egiziano (ma le sue opere sono già state esposte in Italia in una personale a Villa Medici e in alcune collettive), a cura di Matthieu Humery e Jean-Jacques Aillagon. Fotografia, video, installazioni, ma anche pittura: in 120 opere viene raccontato il percorso dell’artista egiziano che ha esordito nei primi anni ’90 come fotografo, scegliendo come soggetti i protagonisti dei melodrammi del cinema egiziano, trasponendo poi lo stesso stile nei ritratti delle star del suo mondo personale. Fin da subito, anche sviluppando la tecnica della fotografia in bianco e nero dipinta a mano, tradizionalmente usata per le locandine dei film, Nabil si è interessato alla creazione di un’atmosfera sospesa, onirica, carica di accenti nostalgici e malinconici, restituendoci le immagini di un Egitto che sta svanendo e l’evocazione dei problemi del Medio Oriente.

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