Cronache dalla «Roma sotterranea» | 1

Storie, ricerche e scoperte nel sottosuolo della Città Eterna negli ultimi 500 anni

Catacomba anonima di via Anapo. Particolare di erote sdraiato (Foto Pont. Comm. Arch. Sacra)
Raffaella Giuliani |

Il 31 maggio 1578 alcuni operai intenti a scavare pozzolana sulla via Salaria, in quella che allora era la vigna Sanchez, poi Della Rovere, incapparono in un groviglio di gallerie di una sconosciuta catacomba cristiana, decorate da splendide pitture, con loculi ancora intatti, iscrizioni e rilievi. La notizia in poche ore fece il giro della città, e non solo. Raccontano le cronache del tempo, in particolare gli «Avvisi Urbinati» del 2 agosto: «Vicino al cimitero di Santa Priscilla [n.d.r.: inizialmente il cimitero fu erroneamente identificato con quello di Priscilla, il più importante della via Salaria] trovato li dì passati, si sono scoperti sotto terra alquanti cappelletti et oratorii di stucco ornati con vaghissimi lavori, dove concorsi tutta Roma, rompendo li steccati, fatti lì intorno per ordine del Card. Savello».

Non solo il popolo minuto accorreva a vedere quelle insospettate meraviglie che andava rivelando il ventre di Roma, quasi una «subterranea civitas», ma anche dotte personalià, tra cui ecclesiastici del calibro di Cesare Baronio, che riportò la scoperta nei suoi Annali, ambasciatori e cultori di antichità, tra cui Pompeo Ugonio, lo spagnolo Alfonso Chacón e il fiammingo Filippo de Winghe, questi due ultimi autori di preziose riproduzioni delle pitture appena liberate dalle terre. La scoperta si rivelò un impulso straordinario per la conoscenza di quel mondo multiforme e ancora sconosciuto che faceva capo alle catacombe romane, che di lì a qualche anno sarebbero state disvelate dalle avventurose ricognizioni del maltese Antonio Bosio, autore della monumentale Roma sotterranea.

Ma la scoperta del 1578 ebbe anche altri avvincenti risvolti. Essa si colloca nel pieno del dibattito riformatore, e sembra offrire su un piatto d’argento validi argomenti alla chiesa di Roma a sostegno del culto dei santi, della Vergine e delle immagini sacre, contro il revisionismo radicale della Riforma. Ci sono pervenute interessanti testimonianze del dibattito. Per la parte «romana» registriamo il già citato Baronio, nei tomi I e II degli Annali, e una relazione anonima, attribuita dubitativamente a San Pietro Canisio, nei quali quelle antichissime immagini appena scoperte rivelavano l’antichità e quindi l’autorità in termini di fede della devozione ad esse riservata.

La parte «riformata» emerge invece nell’operetta polemica The English Romayne Lyfe, pubblicata a Londra nel 1582 da Antony Munday, agente segreto della regina Elisabetta, residente a Roma in incognito quale devoto studente cattolico, il quale, raccontando della scoperta di vigna Sanchez, riportava con spirito derisorio la disarmante creduloneria dei romani, che in ogni sepolcro immaginavano deposte le sacre ossa di qualche martire.

La catacomba scoperta nel 1578 non ebbe però vita facile: qualche anno dopo, le sue variopinte teofanie si inabissarono nuovamente, inghiottite dalle frane. Dopo circa tre secoli e mezzo furono riportate alla luce durante i lavori di costruzione, nel 1921, di uno dei tanti eleganti villini del moderno quartiere Salario.

L’identificazione della catacomba non fu facile: inizialmente fu ritenuta il coemeterium Iordanorum, ove gli itinerari altomedievali indicavano i sepolcri dei fratelli martiri Alessandro, Marziale e Vitale, figli di Santa Felicita. Quando nel 1966 la tomba del martire Alessandro venne però con certezza individuata in una vicina rete di gallerie, alla catacomba di vigna Sanchez toccò la denominazione, meno nobile, ma certamente più obiettiva, di «anonima di via Anapo», dalla via su cui si trova il suo ingresso.

Essa, infatti, nonostante le meravigliose pitture che incantarono i contemporanei di Gregorio XIII, non è menzionata nei documenti antichi, probabilmente perché non vi erano seppelliti martiri, a dispetto di quel che pensasse Antony Munday…

Raffaella Giuliani
Ispettore delle Catacombe di Roma Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Città del Vaticano

CRONACHE DALLA ROMA SOTTERRANEA 2

© Riproduzione riservata Roma, Catacomba anonima di via Anapo. Nicchione dipinto con scene bibliche (Foto Pont. Comm. Arch. Sacra) Roma, Catacomba anonima di via Anapo. Particolare del n. 3, con figura di orante (particolare; Foto Pont. Comm. Arch. Sacra)
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