«Savana Ground», di Piero Gilardi. Foto: Mattia Mognetti

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«Savana Ground», di Piero Gilardi. Foto: Mattia Mognetti

Ecopolitici

Alla MAAB Gallery 5 artisti indagano il rapporto tra scienza e politica

Politiche della natura. Per una democrazia delle scienze è il titolo del saggio in cui il sociologo francese Bruno Latour indaga il rapporto conflittuale tra scienza e politica. Uscito in Italia nel 2000, il libro appare oggi più attuale che mai, e «Politiche della Natura_Masters» è il titolo della mostra, liberamente ispirata a esso, presentata fino al 18 settembre da MAAB Gallery, in cui Massimiliano Scuderi riunisce cinque artisti internazionali (Peter Bartoš, Mark Dion, Peter Fend, Piero Gilardi, Alexis Rockman), tutti fortemente coinvolti nelle tematiche dell’ecologia.

Con strumenti diversi, che travalicano il linguaggio meramente estetico per immergersi nei territori dell’etica e della politica, ognuno di essi va in cerca di una riconciliazione tra uomo e natura: lo slovacco Bartoš, già landscape designer allo zoo di Bratislava e poi anche studioso di scienze naturali, cerca nella pittura una via per modificare il nostro approccio alla natura, mentre Dion chiude dentro a vetrine microcosmi fitti di elementi simbolici, naturali e culturali. Rockman, negli anni ’90 compagno d’avventura ai Tropici di Mark Dion, celebra in raffinati dipinti la capacità di adattamento degli umani.

Quanto a Fend, trova in Leon Battista Alberti la guida per disegnare un mondo sostenibile, mediandone i modelli attraverso il pensiero di artisti come Duchamp, Beuys, Oppenheim. Quanto a Gilardi, partecipe sin dal ’68 dell’Arte povera e della Land art e autore di saggi sul tema, elabora nei suoi lavori il suo personale concetto di arte come politica.

«Savana Ground», di Piero Gilardi. Foto: Mattia Mognetti

Ada Masoero, 18 luglio 2020 | © Riproduzione riservata

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Ecopolitici | Ada Masoero

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