Il brand di Parma, Capitale della Cultura 2020

Oltre 400 eventi proposti tra restauri, mostre, omaggi all’identità locale (non solo Verdi e cibo)

Il Duomo di Parma e il Battistero. Foto: Edoardo Fornaciari
Stefano Luppi |

Parma. Oltre 400 eventi, con in campo tutti i principali «biglietti da visita» della città, dal Teatro Regio all’Università, da Giuseppe Verdi a Duomo e Battistero romanici, dal cibo ai restauri di importanti edifici restituiti alle visite, come l’Ospedale Vecchio del XIV secolo e l’ex Monastero di San Paolo che dovrebbe divenire un museo dell’enogastronomia. Tanti anche gli «ospiti» da fuori città, da Salvador Dalí a Oliviero Toscani fino a Umberto Eco e Jorge Luis Borges rievocati dall’amico editore Franco Maria Ricci, senza dimenticare Anish Kapoor e i giovani creativi under 35.

Dopo Matera 2019, che ha appena concluso la propria proposta di «capitale» (ed è ora chiamata alla sfida di continuare a crescere nel suo futuro prossimo), anche il cartellone di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 si presenta ricchissimo, fin dall’inaugurazione prevista il 12 gennaio con il
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