Il plagio è arte: la collezione Goetz

Tutti i possibili media utilizzati per smontare i linguaggi delle immagini commerciali, le contraddittorie promesse, gli stereotipi e i cliché

«Walking on Thin Ice» (2003), di Assume Vivid Astro Focus. © The artist. Courtesy Sammlung Goetz, Monaco di Baviera
Francesca Petretto |

Monaco di Baviera. Dalla nuova collaborazione di Haus der Kunst con Sammlung Goetz nasce questa volta la mostra «Brainwashed/Plagiati: la Collezione Goetz alla Haus der Kunst» (dal 31 gennaio al 28 giugno), con chiaro riferimento al fenomeno della cultura pop mainstream da noi tutti letteralmente subita dagli anni ’80 in poi e qui, nello specifico di questa collaborazione made in Münich, con protagonista il suo apice raggiunto all’inizio anni Duemila.

Caratteristici di questa corrente culturale dominante di massa sono stati i format multimediali come la reality TV e le produzioni cinematografiche hollywoodiane (oggi sostituite da canali online come Netflix) divenute eventi globali, gli slogan pubblicitari dominati dall’auto-ottimizzazione, la produzione di video musicali con la creazione di star internazionali spesso di scarso valore e naturalmente i social network.

Il messaggio di questo esperimento
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Francesca Petretto