John Heartfield il dinamitardo

Il dadaista berlinese aveva compreso le potenzialità dell’arte e del proprio talento

«Attrezzo nelle mani di Dio? Giocattolo in quelle di Thyssen!», dal «Giornale illustrato dei Lavoratori», n. 31, 1933 (particolare). © The Heartfield Community of Heirs / VG Bild-Kunst, Bonn 2020. Akademie der Künste, Berlino
Francesca Petretto |  | BERLINO

L’AdK- Akademie der Künste ospita fino al 23 agosto la retrospettiva «John Heartfield. Photography plus Dynamite» dedicata al dadaista berlinese, al secolo Helmut Herzfeld (1891-1968), noto soprattutto per i suoi fotomontaggi e collage satirici e per una vita sempre all’insegna della contestazione e della lotta contro il nazionalsocialismo e ogni forma di fascismo.

Heartfield aveva compreso le grandi potenzialità dell’arte e del proprio talento, che volle intelligentemente impiegare contro la dittatura: i suoi lavori, visti oggi, non hanno perso nulla del loro fascino e potere esplosivo, soprattutto in questa nuova facies digitalizzata che l’AdK espone dopo il lungo lavoro di conservazione e registrazione di tutto il suo lascito.

L’arte di John/Helmut era frutto dell’interazione di disegno, fotografia, letteratura, animazione e tecnica scenica, coinvolte in un perenne processo di evoluzione man mano che nella società s’esprimevano le nuove tecniche e correnti, le satire e le visioni spregiudicate, non conformi ai diktat dei regimi del tempo, di personalità del mondo della cultura europea che incontrò e gli furono amici, come Bertolt Brecht, George Grosz, Hannah Höch ed Erwin Piscator.

L’Adk espone video restaurati e registrazioni sonore di interviste inedite, sequenze di film e documentari teatrali, fotografie e lavori grafici, testimoni anche di fonti d’ispirazione inedite.

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