La collezione Engel a Madrid

La più importante mostra di arte cilena organizzata in Spagna

«Lago Bulo», di Pilar Quinteros
Roberta Bosco |

Madrid. La Collezione Engel, una delle più importanti raccolte private del Sudamerica, ha recentemente ricevuto il premio A, con cui la Fundación Arco riconosce il valore artistico di collezionisti e istituzioni internazionali e il loro appoggio alla diffusione dell’arte contemporanea. Per questo la Sala Alcalá 31 di Madrid ha riaperto dopo il lockdown, fino al 26 luglio, la più importante mostra di arte cilena organizzata in Spagna negli ultimi decenni con 89 opere dalla fine del XX secolo ad oggi.

«Gran Sur: arte contemporanea cilena nella Collezione Engel», curata dallo scrittore e curatore cileno residente a New York Christian Viveros-Fauné, riunisce pitture, sculture, fotografie, installazioni, videoproiezioni, lavori tessili e grafici, nonché progetti ibridi e progetti multimedia di 37 artisti (13 donne, 21 uomini e 3 collettivi) tra cui Alfredo Jaar, Juan Downey, Pilar Quinteros, Fernando Prats, Patrick Hamilton e Paz Errázuriz.

Date le proteste che infiammano la società cilena dallo scorso ottobre, la mostra offre un ritratto necessariamente incompleto della sua scena artistica. La selezione propone comunque un’ampia panoramica che comprende dalle opere storiche come «The Laughing Alligator», un video girato da Juan Downey nell’Amazzonia venezuelana nel 1979, ai caustici progetti politici più recenti che dimostrano un forte interesse per la sperimentazione formale e le problematiche universali dei nostri tempi.

In mostra anche opere indimenticabili come l’enorme neon di Fernando Prats, presentato alla Biennale di Venezia del 2011, che dà titolo alla mostra e allude all’annuncio pubblicato nel 1911 dall’esploratore polare Ernest Shackleton: «Cerchiamo uomini per un viaggio pericoloso, pochi soldi, freddo estremo, lunghi mesi di oscurità totale, pericolo costante, poche speranze di ritorno, ma onori e riconoscimenti in caso di successo».

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