La libertà nella clausura | VALERIO ROCCO ORLANDO

Le voci degli artisti nel coprifuoco da coronavirus

Valerio Rocco Orlando. Foto: Francesco Dolfo
Federico Florian |

«In questi giorni di emergenza a livello globale credo sia utile attingere all’esperienza di una fascia particolare di età come quella degli adolescenti, che generalmente sono abituati a sentirsi poco vulnerabili, o addirittura invincibili.

Da un paio d’anni coltivo una ricerca all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e proprio attraverso il dialogo con medici, psicologi, educatori, ma soprattutto assieme ai ragazzi del Progetto Giovani abbiamo pensato di immaginare, descrivere e interpretare la loro vita fuori, una volta terminato il percorso di cura.

È proprio la riconquista dei propri spazi durante e dopo le cure, così come il processo di reintegrazione nella società, a essere il cuore del lavoro.

Nella vita di questi ragazzi l’interruzione del percorso scolastico e dell’attività lavorativa, l’instabilità economica e la rinnovata dipendenza dalla famiglia e dal mondo degli adulti, così come la necessità di costruire e mantenere relazioni importanti si sovrappongono al peso della malattia e del suo trattamento: una sfida complessa e difficile da superare da soli.

In questa condizione delicata è possibile stimolare traiettorie individuali, e allo stesso tempo complementari, che acquistano pienezza proprio quando un percorso di resistenza personale si fa motore di un processo di condivisione, riaffermando il legame profondo tra arte ed educazione.

La percezione del tempo futuro per questi ragazzi è miope, per guardare avanti è necessario attivare altri strumenti. Proprio come avviene ogni mercoledì al settimo piano dell’ospedale, Manuale di Sopravvivenza è un’occasione per confrontarsi senza gerarchie, lontano dalla dimensione di un’enciclopedia che pretende di raccogliere rimedi, soluzioni e istruzioni. È piuttosto un esercizio collettivo e spontaneo, uno strumento che ognuno può far proprio a partire dal desiderio e dallo sforzo di immaginare come possiamo vivere assieme, gli uni a fianco agli altri, riaccorciando le distanze che ci hanno tenuto separati».

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