Massimo Ferrari, presidente della Galleria Ricci Oddi, mentre apre la cassa del Klimt

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Massimo Ferrari, presidente della Galleria Ricci Oddi, mentre apre la cassa del Klimt

La signora di Klimt e la salita al Pordenone

L'impegno per la tutela e la valorizzazione della Banca di Piacenza

Stefano Luppi

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L’autorità giudiziaria ha reso disponibile alla Galleria d’Arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, che ne è proprietaria, il «Ritratto di signora» di Gustav Klimt, rubato nel febbraio 1997 e fatto ritrovare nel dicembre scorso in un’intercapedine del muro di cinta del giardino della Galleria (che vanta una delle più ricche collezioni italiane di pittura dell’Ottocento e Novecento). Dissequestrato dalla Procura, il dipinto del più noto esponente del Secessionismo viennese è ora nel caveau della Banca di Piacenza (alla quale è stato formalmente consegnato dal presidente della Galleria d’Arte moderna Ricci Oddi Massimo Ferrari). E lì rimarrà fino al prossimo dicembre, quando verrà esposto nel museo.

Più o meno nello stesso periodo, dal 12 dicembre al 17 gennaio, la Banca di Piacenza inaugurerà a Palazzo Galli, sede di rappresentanza dell’istituto di credito, un’esposizione sulla Piacenza del passato, con numerosi dipinti che ritraggono parti della città oggi scomparse. Contemporaneamente l’ente ha in programma di riaprire la «Salita al Pordenone», l’evento culturale avviato nel 2018 che ha dato per la prima volta la possibilità di ammirare gli affreschi della Cupola della Basilica di Santa Maria di Campagna voluta da papa Clemente VII, decorata da Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone (1483-1539), costruita su progetto del piacentino Alessio Tramello con la posa della prima pietra nel 1522.

Un grande successo di pubblico e critica (Tripadvisor ha assegnato il «certificato di eccellenza» all’iniziativa voluta da Banca di Piacenza) grazie al recupero di un camminamento anticamente utilizzato solo a fini manutentivi, detto «degli artisti» perché utilizzato fin dal XVII secolo da numerosi artisti, non solo piacentini, desiderosi di ammirare da vicino gli affreschi per trarne ispirazione.

Il camminamento è composto da cento scalini che portano a una galleria circolare percorribile da più persone, aperta sull’esterno con vista panoramica sulla città a 360 gradi. La Salita viene sempre aperta in concomitanza con particolari eventi e in questi due anni sono stati centinaia di migliaia i turisti italiani e stranieri che hanno visitato la Cupola e la Basilica all’interno della quale l’artista friulano realizzò altre importanti opere: le Cappelle di Santa Caterina e della Natività o dei Magi e l’affresco del sant’Agostino, recentemente restaurato dalla Banca di Piacenza.

L’Istituto di credito, l’unica banca locale rimasta nel Piacentino, è molto legata al territorio di riferimento dove opera e l’azione giornaliera che mette in campo ha il solo scopo di farlo crescere, in tutte le sue espressioni, comprese quelle artistiche. «Amiamo l’arte piacentina, spiegano i vertici della banca, perché anch’essa è espressione dei valori della nostra gente».

L’impegno per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico si traduce nel recupero scientifico dei monumenti e nel finanziamento di importanti opere di restauro civile e religioso. Tutte le iniziative culturali della Banca di Piacenza sono realizzate con mezzi propri, senza mai chiedere e impegnare somme di provenienza pubblica.

Massimo Ferrari, presidente della Galleria Ricci Oddi, mentre apre la cassa del Klimt

Stefano Luppi, 12 agosto 2020 | © Riproduzione riservata

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La signora di Klimt e la salita al Pordenone | Stefano Luppi

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