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Piero Bolla

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Le sorprendenti acrobazie stilistiche di Piero Bolla

È scomparso a 85 anni il neomanierista pittore saluzzese

Nicolas Ballario

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Torino. Questa notte è scomparso l’artista Piero Bolla e non vorremmo sembrare retorici dicendo che se ne è andato dopo aver realizzato la mostra più bella della vita, quella in cui la sua Saluzzo (dove nacque nel 1933) lo ha celebrato come intellettuale/eroe che con la sua presenza garantiva all’antica città del Marchesato un’allure di nobiltà tutt’altro che decaduta.

Dipingeva moltissimo e negli ultimi anni casa sua si era trasformata in un grande studio, popolato dalle forme sofisticate e potenti delle sue opere. Bolla si diploma a metà degli anni Cinquanta al corso di Pittura tenuto da Enrico Paulucci all’Accademia Albertina di Torino, dove risulterà il migliore allievo dell’anno.

Ha esposto in musei di mezza Europa e di lui hanno parlato con entusiasmo Luigi Carluccio, Gillo Dorfles, Ettore Sottsass, Vittorio Sgarbi e Achille Bonito Oliva.

Le sue opere includevano il dramma e la poesia, la figura ironica e il paradosso, riuscivano ad ammiccare ai Simbolisti e ai Fauve, in una pittura neomanierista che spesso utilizzava la parola per decrittare l’arte, come se avesse una necessità primaria di contatto con il suo pubblico.

Bolla era una sorta di Buster Keaton del sistema dell’arte, perché se ne prendeva gioco senza accennare mai a un sorriso. E, proprio come il re dei comici, si lasciava andare in acrobazie stilistiche sorprendenti.

La sua ultima mostra, che si è tenuta proprio alla Castiglia di Saluzzo, si intitolava «Vivre d’hazard» perché Bolla voleva rappresentare sia la condizione dell’artista, che oggi vive di gloria e domani può essere relegato nel dimenticatoio, sia dell’opera d’arte che in certi periodi è considerata un valore, mentre in altri lo perde totalmente.

Piero Bolla

Nicolas Ballario, 18 marzo 2019 | © Riproduzione riservata

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Le sorprendenti acrobazie stilistiche di Piero Bolla | Nicolas Ballario

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