Nove gallerie con vista sul mondo

Mostre e programmi di Venice Galleries View, la rete che promuove il contemporaneo

In-Edita, «DEDALO Art studio Laboratory» nel Padiglione 51 a Porto Marghera
Veronica Rodenigo |  | VENEZIA

Sono nove le gallerie veneziane che dal 2017 si sono unite nella Venice Galleries View. Alberta Pane, Beatrice Burati Anderson Art Space&Gallery, Caterina Tognon, Dorothea van der Koelen, Ikona Gallery, Marignana Arte, marina bastianello gallery, Michela Rizzo e Victoria Miro. Ciascuna porta avanti la propria programmazione e insieme promuovono il contemporaneo all’interno della città, allargando lo sguardo all’intera Penisola e al contesto internazionale.

Uno dei progetti congiunti è il programma «In-Edita» (fino al 20 settembre), ideato da Marina Bastianello al Forte Marghera a Mestre. Diciotto artisti under 40 del territorio sono stati selezionati con open call e divisi in due gruppi da 9 che si alterneranno negli spazi del padiglione 51, «DEDALO Art studio Laboratory». Le loro creazioni saranno esposte in autunno in una mostra diffusa anche nelle gallerie del circuito. Da segnalare inoltre «MEMENTOMORI», gli incontri promossi da Penzo+Fiore per la piattaforma DIORAMA a Forte Marghera (disponibili anche online) con filosofi, scrittori, curatori, architetti e collettivi che si confrontano sul rapporto tra produzione culturale e lavoro artistico, l’ultimo è il 16 settembre.

Nel frattempo non si ferma l’attività delle singole gallerie, che hanno tutte riaperto dopo il lockdown.

In laguna Ikona Gallery, la storica galleria di Ziva Kraus in Campo del Ghetto novo, accoglie dal 3 settembre al primo novembre «The Alphabet - Michele Bubacco», l’artista veneziano che parte dall’immagine fotografica per intraprendere l’operazione pittorica; dal 10 novembre al 3 dicembre seguirà la collettiva «Beyond The Wall», curata da Marta Blanchietti ed Eleonora Da Col.

Nella project room della Marignana, in occasione della Venice Glass Week, il 5 settembre si inaugura la personale di Lorenzo Passi intitolata «Forgiato nel ferro, soffiato nel vetro», materiale centrale nella ricerca dell’artista (fino al 24 ottobre). Le altre sale della galleria ospitano invece fino al 26 settembre la collettiva «I dreamed a dream - Chapter 2», curata da Domenico de Chirico e incentrata sul sogno e la dimensione onirica, con opere di Maurizio Donzelli, Arthur Duff, Serena Fineschi, Aldo Grazzi, Silvia Infranco, Giulio Malinverni e altri accompagnate dalle parole del filosofo Jonathan Molinari e dalle poesie di Paolo Gambi.

Nel segno del vetro è anche la proposta della Galleria di Caterina Tognon: «Richard Marquis: The Best of the Two Worlds», curata dalla gallerista e da Gabriele Pimpini, visibile dal 5 settembre al 21 novembre e dedicata al movimento dello Studio Glass con i lavori di uno degli esponenti più noti, Richard Marquis; un’occasione per approfondire la grande mostra alle Stanze del Vetro dedicata al medesimo movimento.

Sull’Isola della Giudecca, dal 5 settembre al 21 novembre, Michela Rizzo propone invece una mostra confronto tra Brian Eno e David Tremlett. Il 6 settembre Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery riapre con «Bal Masqué», un evento tra arte, musica e performance curato da Danniel Rangel e Beatrice Burati Anderson.

Il 12 settembre la sede veneziana della londinese Victoria Miro inaugura una mostra sui nuovi lavori su carta di Flora Yukhnovich, realizzati durante una residenza di due mesi a Venezia e ispirati all’opera di Gambattista Tiepolo (fino al 24 ottobre).

Si prosegue poi il 18 settembre con la personale di Graziano Folata intitolata «Dura Madre» e allestita nella nuova sede della galleria mestrina di marina bastianello, poco distante dal museo M9.

Tornando a Venezia c’è tempo sino al 30 settembre per visitare la mostra sui 40 anni di attività della Galleria Dorothea van der Koelen, con opere di Lore Bert, Daniel Buren, Heinz Gappmayr, Joseph Kosuth, Fabrizio Plessi e altri.

Da non perdere infine l’esposizione in calle dei Guardiani da Alberta Pane, che dal 26 settembre al 28 novembre ospita nei suoi spazi l’interazione sperimentale tra le sculture vegetali di Marie Denis e quelle sonore di Michele Spanghero: un’indagine sonora e visiva a cura di Martina Cavallarin, realizzata in partnership con Giovanardi.

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