Tutte le parole dello Spazialismo

Gli entusiasmi per un’arte che rinasceva all’insegna dello spazio e della spiritualità

Alcuni degli artisti spaziali in un fotomontaggio da un catalogo del 1952
Guglielmo Gigliotti |

Il volume, curato da Luca Massimo Barbero, offre tutte le parole dello Spazialismo: i manifesti, i testi nei cataloghi, gli articoli, tratti dagli archivi di Carlo Cardazzo, gallerista del Cavallino a Venezia e del Naviglio a Milano, grande promotore del movimento fontaniano. È un modo per immergersi in un clima di entusiasmi intellettuali per un’arte che, all’indomani della seconda guerra mondiale, rinasceva all’insegna dello spazio e della spiritualità: «L’arte, nel manifesto del ’47, rimarrà eterna come gesto, ma morirà come materia». E il suo fine è «trascendere il particolare per arrivare all’universale».

Nei successivi manifesti si dichiara: «Vogliamo che il quadro esca dalla cornice e la scultura dalla sua campana di vetro. Un’espressione d’arte aerea di un minuto è come se durasse un millennio, nell’eternità. A tal fine, con le risorse della tecnica moderna, faremo apparire nel cielo: forme artificiali, arcobaleni di meraviglia, scritte luminose. Trasmetteremo per radiotelevisione».

Con un solecismo che è entrato nella storia, l’italo-argentino Fontana parla di «superazione della pittura». Verso dove? Ecco la mistica spazialista: «Sono aperti i cancelli sul panorama dell’universo, è stato offerto lo splendore della luce inziale. (…) Il linguaggio degli spaziali ci consegna l’essere trasparente delle cose».

Fino alla profezia del 1958: «La seconda metà del XX secolo porta l’impronta dello Spazialismo». Così in verità sarebbe stato. D’altronde Fontana, volando mentalmente dentro i buchi e i tagli inferti alle tele, divenute «concetti spaziali», secondo il poeta Raffaele Carrieri «ha toccato la luna», e secondo Leonardo Sinisgalli «ha capito che la forma dell’universo contiene solo l’universo; ha capito che il più sottile buco, anche quello di un millesimo di millimetro, può svuotare tutto il mondo».

«L’arte di domani sarà filosofia e pensiero», concorda Fontana. Ma Leonardo Borgese, paladino del conservatorismo, sul «Corriere della Sera» nel 1955 si chiede: «Insomma, questi bravi artisti vogliono rappresentare qualcosa o no?».

Lucio Fontana e gli Spaziali. Fonti e documenti per le gallerie Cardazzo, a cura di Luca Massimo Barbero, 164 pp., ill., Marsilio Editori, Venezia 2020, € 20,00

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