Una città bellissima con 2.400 anni di storia

VEDERE NELLE MARCHE | Il Rapporto 2020 su Ancona illustrato dalla sua sindaca

Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona
Valeria Mancinelli |  | ANCONA

Qualche mese fa, avrei scritto un rapporto diverso: sulle trasformazioni di Ancona, il suo orgoglio ritrovato, sulla crescita e il ruolo della cultura in tutto questo. Tutte cose reali, che mantengono il loro valore, ma delle quali bisogna parlare con un nuovo peso sulle spalle. Ancona stava cambiando e continuerà a cambiare. I bandi che abbiamo vinto stanno ridisegnando il fronte mare, l’antico quartiere dei pescatori, l’ingresso alla città da nord. E poiché una città non è un assieme di parallelepipedi messi per caso uno accanto all’altro, ma un organismo reso vivo dalle persone, facciamo tutto questo significandoci attraverso la cultura, l’ambiente, la cura dell’altro, il principio guida di non lasciare nessuno indietro.

La cultura si fa
Ancona si è scoperta negli ultimi anni una culla di cultura. Intesa, alla pari dell’ambiente, come un bene non inesauribile. Un bene che ha bisogno di essere continuamente rigenerato attraverso l’azione. Ancona è una città bellissima, conficcata nel mare Adriatico, con 2.400 anni di storia sulle spalle, colpita da cataclismi ed eventi bellici che l’hanno segnata a fondo, ma che non ha mai saputo stare ferma. Ancona non si guarda. Ancona fa. E anche in campo culturale, il nostro motto è: la cultura è una cosa che si fa. La nostra è una cultura innovativa, produttiva, trasversale, sostenibile, che lavora assieme ai progetti sociali e con essi cresce, che vince bandi perché punta sui giovani, che scopre monumenti popolandoli di attività. Attraverso questo tipo di cultura saremo in grado di rispondere alle grandi e impreviste sfide che questo tempo ci ha portato.

Luoghi e istituzioni
Abbiamo istituzioni importanti per farlo: un Teatro di Rilevante Interesse Culturale (TRIC), che nel 2019 ha prodotto 25 spettacoli di prosa e ospitato 536 eventi; cinque Musei uniti in rete (MIRA), di cui due statali (Museo Archeologico e Museo Tattile Statale Omero), due comunali (Pinacoteca, Museo della Città) e uno diocesano, tutti affacciati sul mare e che conducono al colle antico della città, su cui svetta la nostra cattedrale. Abbiamo un centro culturale dedicato al contemporaneo e ai giovani, di incredibile pregio monumentale: la pentagonale e settecentesca Mole Vanvitelliana (la Mole più i musei contano 200mila presenze). Abbiamo luoghi unici come il Porto Antico, dove l’Arco di Traiano dialoga con le gru dei cantieri navali e con la Fontana dei due soli di Enzo Cucchi; abbiamo le Grotte del Passetto, scavate dai pescatori nella falesia del Parco del Conero. Abbiamo Tiziano, Lotto, Giorgio da Sebenico, Cucchi, Trubbiani, Paladino, Vitali, l’Antica Roma, gli affreschi del Tibaldi, siamo De Dominicis, Scataglini, David, Corelli.

Un festival come cura
Ma soprattutto abbiamo la nostra incessante voglia di esplorare, cercare, andare e venire. Come se secoli di viaggi e di cantieri navali avessero improntato anche il nostro spirito. Ancona sta cambiando con la rigenerazione di quartieri attraverso la partecipazione diretta dei cittadini, privilegiando scelte logistiche e di mobilità dolce, di energia pulita e di sostenibilità socioeconomica e ambientale. Qui si sta sviluppando un welfare di comunità che è diventato modello per molte aree del Paese. Abbiamo fondato un Festival dedicato alla Cura, KUM!, diretto da Massimo Recalcati che nel 2020 affronta con grandi intellettuali, scienziati e figure della cultura la Cura di questo trauma collettivo. Da menzionare anche il Festival La mia generazione, ideato e diretto da Mauro Ermanno Giovanardi. Attiriamo direttori artistici e scientifici come Stefano Zuffi, Mauro Ermanno Giovanardi, Daniele Ciprì, grazie alla forza progettuale del nostro territorio e dei nostri operatori. Produciamo spettacoli con Cecchi, Baliani, Cirillo, Sciarroni, destinati a girare l’Italia e il mondo.

La fiducia premia
Quando la World Mayor Foundation mi ha consegnato il Premio di World Mayor per il 2018, tra le motivazioni c’è stata quella di aver accresciuto la fiducia nel futuro nei cittadini. Questa è una cosa che, senza cultura, non si fa.

© Riproduzione riservata Una veduta di Ancona