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Il ritratto della figlia Luce dipinto da Giacomo Balla nel ’22 messo in vendita da Cambi

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Il ritratto della figlia Luce dipinto da Giacomo Balla nel ’22 messo in vendita da Cambi

Valeva la pena rinunciare alle vacanze

Le aste italiane estive di arte moderna e contemporanea

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Franco Fanelli

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Balla, Music, Mario Merz, Richard Lin, Irma Blank e un de Chirico sironiano tra le piccole perle di una ripresa in cui le opere su carta si sono spesso rivelate vincenti.

C’è chi sostiene che la pandemia abbia anche effetti positivi sul mercato dell’arte: secondo questa interpretazione, l’assenza di programmi troppo impegnativi per vacanze e altri piaceri ha portato il collezionista medio a prendere in considerazione attività altrettanto piacevoli, ma non «a fondo perduto».

I risultati delle aste di arte moderna e contemporanea che hanno chiuso a luglio la prima parte della stagione confermerebbero questa tendenza. Piccoli grandi desideri sono stati così realizzati. Beninteso, non che sia stato facile portarsi a casa, nella vendita dell’8 luglio di Pandolfini, il delizioso «Petits chevaux» di Music, dipinto del 1948 con un eccellente retroterra espositivo, visto che, passando di mano a 81.250 euro, ha sostanzialmente quadruplicato la stima.

Altra irrinunciabile chicca su cui si è strenuamente combattuto è stato «Il metro infinito» del 1972, spray su fascia elastica, un autentico colpo di classe (e di ironia relativistica, tipica del suo autore), di Mario Merz, venduto il 21 luglio da Il Ponte a 96.250 euro a fronte di una stima di 8-12mila euro. Due esempi fra i molti in una stagione anomala, ripartita in extremis, in cui chi sa vendere si è lasciato andare alle molteplici tentazioni di un versante di successo come l’arte e moderna e contemporanea, anche se, a proposito di XX secolo, i consuntivi del primo semestre indicano nel design e nelle arti decorative una tipologia in ascesa, come rivelano i dati di Cambi, dove questo settore incassa 3.164.894 euro contro i 1.839.116 delle arti visive del secolo delle avanguardie.

Nell’asta del 15 luglio da Cambi, peraltro, l’opera più attesa, «The long and the short» di Richard Lin, olio su tela e alluminio di stile minimalista ma d’ascendenza filosofica orientale, non ha deluso, ottenendo 193.750 euro (stima 70-100mila), confermando che l’interesse per la pittura aniconica monocroma è tuttora molto vivo.

Tra le altre aggiudicazioni di rilievo nella stessa vendita, i 75mila euro pagati (40-50mila) per un ritratto della figlia Luce dipinto da Giacomo Balla nel ’22. Bene anche Hans Hartung (55mila euro contro una stima di 30-35mila per una composizione del 1975), mentre non è stato comunicato il risultato ottenuto da un altro pezzo forte, un «Senza titolo» del ’53 di Emilio Scanavino che partiva da una stima di 70-90mila euro, calcolata in virtù della sua appartenenza al periodo pienamente informale dell’artista genovese.

Tornando a Pandolfini, l’asta citata comprendeva un’avvincente abbinata tra un pittore, Massimo Campigli, che guardava con passione ai suoi predecessori etruschi, e uno scultore, Igor Mitoraj, che ha cercato di dimostrare l’intramontabile attualità dell’arte antica. Del primo, «Teatro d’arte drammatica» (1942) otteneva 42.500 euro (30-45mila); il secondo, con «Piede con mano» (bronzo del 2001, stima 90-120mila), toccava i 150mila euro. Troppo atipica, forse, l’opera più rara della giornata, dal momento che non è stata premiata la scelta di mettere in copertina di catalogo una preziosa anta d’armadio in vetro del 1952-53, alla convergenza tra pittura, scultura e design, di un Lucio Fontana più nuclearista che spazialista.

L’arte di origine informale in tutte le sue varianti continua a ottenere consensi, ma dal pastello di Hartung, venduto a 92.500 euro (stima 15-25mila) da Il Ponte, arrivava anche un altro responso: che dalle opere su carta (non esclusi i multipli) o dai lavori di forte impronta grafica, cui la vendita dedicava un’ampia sezione, possono arrivare interessanti suggerimenti per gli acquisti, senza contare che non pochi artisti predilessero questi linguaggi. È il caso di Irma Blank, le cui due opere in vendita nella stessa asta superavano di gran lunga la stima. Una biro del 2001, brillantissimo monocromo blu passato di mano a 26.250 euro, quintuplicando la stima, era tra l’altro una dimostrazione della versatilità di uno dei medium che resero celebre Boetti.

La vendita del 21 luglio di Il Ponte includeva opere dalla collezione del giornalista Rolly Marchi e di sua moglie Graziella, realizzando incassi pari al triplo della riserva. Un pittore «di segno», Hartung (ça va sans dire), era tra le star dell’asta di Mediartrade del 2 e 3 luglio: i 120mila euro ottenuti per un lavoro del ’65 rientravano nella stima, sfiorata, invece, dalla «Sfera con sfera» del 1991 di Arnaldo Pomodoro, in copertina di catalogo, con 228mila euro, e da Enrico Castellani (120mila euro per «Superficie rossa» del 2003).

583.641 euro, infine, l’incasso totale dell’asta del 9 luglio di Wannenes. Qui, almeno per la cupa atmosfera e per l’intonazione cromatica, un Giorgio de Chirico per una volta in dialogo con il suo contraltare Sironi, raggiungeva i 125.100 euro (60-80mila per questa «Battaglia» del 1949). Di tutt’altro «umore» il ludico Alexander Calder su carta del 1970 venduto a 37.600 euro (10-15mila). Trovava facilmente un acquirente a 22.600 euro l’opera di Antonio Sant’Elia, un architetto che, come il suo «antenato» Piranesi, affidò tanta parte delle sue visioni alla carta.

E, in un finale di stagione scandito dalle carte preziose, una gouache di Juan Gris del 1918 onorava le attese e la stima con un’aggiudicazione a 62.600 euro. Il realismo, in mezzo a tanta astrazione e avanguardia, ha comunque tenuto botta nella vendita di Fondaco del 7 luglio. Parliamo del realismo doc di Guttuso, una cui veduta di «Capo Zafferano» del ’47 otteneva 20mila euro (15-18mila); e di quello attualizzato dalla Pop art nella serie di nove serigrafie di Andy Warhol, «Ladies and Gentlemen» del 1975. Il geniale artista si rese conto che l’aura dell’icona non avvolgeva soltanto Marilyn o Liz Taylor, ma anche sconosciuti «irregolari», membri della comunità Lgbt di New York. A loro sono dedicati quei ritratti, battuti a 60mila euro, triplicando la stima.

Il ritratto della figlia Luce dipinto da Giacomo Balla nel ’22 messo in vendita da Cambi

Tre delle serigrafie di Warhol in asta da Fondaco

«Il metro infinito» di Mario Merz in asta da Il Ponte

L'opera di Hartung venduta da Mediartrade

L'opera di Zoran Music battuta da Pandolfini

Il de Chirico proposto da Wannenes

Franco Fanelli, 04 settembre 2020 | © Riproduzione riservata

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