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La Domus di Melotti

Miriam Zerbi

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Sculture metalliche, filiformi, geometriche, dai ritmi e titoli musicali come «Preludi» e «Contrappunti», o evocativi come «La Barca» o «La Pioggia», di Fausto Melotti (1901-86) fino al 17 gennaio si affacciano sul mare a Villa Paloma, sede del Nouveau Musée National de Monaco a Montecarlo.

In una mostra originale e raffinata, i curatori Eva Fabbris e Cristiano Raimondi ricostruiscono i rapporti dello scultore con la rivista «Domus» di Gio Ponti, che pubblica articoli dedicati a Melotti o da lui stesso scritti.

In un allestimento scenografico di Valter Scelsi e dello studio Baukuh, fatto di specchi, riflessi e rimandi, le sculture sembrano balzare fuori dalle pagine della rivista. Ci sono i teatrini in terracotta che raccontano favole giocose o inquietanti, e le composizioni metalliche dalle quali, come scrive Melotti stesso, «la bella realtà è fuggita», e dove geometria e poesia si incontrano. C’è una sala specchiante che moltiplica le ceramiche smaltate degli anni di guerra dalle forme irregolari, oblunghe o accartocciate, con personaggi fantastici o parossistici, come «La Follia» esposta alla Biennale del 1948, e lavori fermati dagli scatti di Ugo Mulas.

Un autoritratto in video, realizzato da Antonia Mulas, introduce il visitatore alla mostra, dove fogli ristampati della rivista Domus sono, nelle sale, a disposizione dei visitatori.

Miriam Zerbi, 25 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

La Domus di Melotti | Miriam Zerbi

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