«Teste di cavolo» (2021-22) di Serena Vestrucci. © L’artista e Galleria Renata Fabbri, Milano. Foto Alberto Fanelli

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«Teste di cavolo» (2021-22) di Serena Vestrucci. © L’artista e Galleria Renata Fabbri, Milano. Foto Alberto Fanelli

A Gubbio l’arte «Imagina»

La 27ma edizione della seconda Biennale più antica d’Italia punta sugli artisti under 35

Dal 15 ottobre al 30 aprile 2024 «Imagina», XXVII edizione della Biennale d’arte contemporanea di Gubbio, fa spazio a una quarantina di artisti under 35, utilizzando le loro opere come se fossero degli occhi attraverso cui la collettività egubina può mettere meglio a fuoco il genius loci della propria città, ovvero la forte anima culturale e il vissuto stratificatosi nel tempo, al fine di scelte adeguate per il futuro.

L’esposizione è una joint-adventure tra il Comune locale e Spazio Taverna di Roma, quest’ultimo è una costola dell’istituto Eiis (European Institute for Innovation and Sustainability), che si occupa di sostenibilità e biodiversità rispetto a problemi concreti, per cui l’arte diventa uno strumento insostituibile di immaginazione e comprensione del mondo complesso del quotidiano.

La mostra è curata da Ludovico Pratesi e da Marco Bassan, responsabili di Spazio Taverna, che hanno coinvolto l’Università delle Arti e dei Mestieri di Gubbio (aggregazione di antichi enti cittadini). «La manifestazione cerca di evitare moderne forme di omologazione, spiegano i curatori, facendo leva sull’immaginazione di una nuova visione coerente con la storia che ha plasmato l’identità di Gubbio. Nel 1986 Franco Maria Ricci dava alle stampe Imago Urbis, con i contributi, tra gli altri, di De Seta e Chastel, che ricostruivano come l’immaginazione avesse permesso ai Comuni italiani di giungere dalla città reale medievale alla città ideale rinascimentale. Gli artisti funzionano come dei radar, la loro capacità visionaria riesce molte volte a mutare il corso di una storia che sembra ineluttabile, riattivando la propensione primordiale dell’essere umano a creare immagini in grado di attrarre a sé un futuro».

Nata nel 1956, la Biennale di Gubbio è tuttora la seconda più antica d’Italia, dopo quella di Venezia. Inizialmente era una rassegna d’arte incentrata sui prodotti tipici dell’artigianato locale, in un periodo in cui l’Italia cercava un nobile matrimonio tra arte e artigianato sfruttando il boom economico e l’apertura buonista dell’America verso il made in Italy. In tempi più recenti si è focalizzata sulla scultura, coinvolgendo critici come Enrico Crispolti, Giulio Carlo Argan, Bruno Corà, Achille Bonito Oliva e di artisti come Leoncillo, Mattiacci, Sol LeWitt, Deacon, Nedda Guidi.

«Abbiamo scelto artisti under 35, spiega Pratesi, perché le ultime Biennali veneziane hanno visto un numero ridotto di italiani, soprattutto di emergenti. Anche i musei tendono a trascurare i giovani». Nel medievale Palazzo dei Consoli ci sono opere caratterizzate da uno spirito più trascendentale; qui era esercitato il governo della città da figure maschili, per cui otto artiste, tra cui Bea Bonafini, Federica Di Pietrantonio, hanno creato stendardi ispirati ai gonfaloni. È legato al linguaggio dell’intelligenza artificiale l’intervento del collettivo Numero Cromatico, che si relaziona alle sette Tavole Eugubine bronzee (III secolo d.C.), mentre un’installazione di Namsal Siedlecki riflette sulla collezione orientale.

Invece il rinascimentale Palazzo Ducale ospita lavori influenzati da una visione antropocentrica della realtà, a cominciare da quelli di Ruth Beraha, Lucas Memmola, Giulio Bensasson, mentre una sezione di opere video e fotografiche guardano alla quadreria. Nella cisterna e nei giardini pensili sono collocate lavori site specific di Lulù Nuti, Marco Emmanuele, Davide Stucchi e altri. Infine i sotterranei ospitano opere nate dall’interazione dei protagonisti di una residenza artistica con eccellenze artigiane egubine. Inoltre ci sarà una Biennale Off, che include anche un omaggio espositivo al regista teatrale Ronconi.
 

Una veduta di Palazzo dei Consoli, Gubbio

Francesca Romana Morelli, 14 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

A Gubbio l’arte «Imagina» | Francesca Romana Morelli

A Gubbio l’arte «Imagina» | Francesca Romana Morelli